La leggenda della strega  Mafalda.

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Cari bambini, sedetevi qui, vicino a me, perché vi devo raccontare una storia.

C’era una volta una piccola città immersa nel cuore di una foresta incantata. Nella città viveva una giovanissima strega di nome Mafalda. Nonostante fosse solo una bambina di 9 anni, Mafalda possedeva dei poteri magici molto speciali. La mamma le aveva insegnato che la magia deve sempre essere usata per aiutare gli altri.

Indossava sempre un abito nero ed aveva i capelli marroni raccolti in trecce, tenuti insieme da un fiocco color argento. Il suo sorriso radioso e il suo spirito allegro illuminavano la città, e tutti i suoi amici le volevano un sacco di  bene. Mafalda era un’incarnazione di speranza e bontà, e la sua presenza era come un raggio di luce nel cuore della comunità.

Anche se Mafalda era una strega molto giovane e gentile, non esitava a difendere i suoi amici dagli oscuri pericoli che si nascondevano nella notte. Quando calava il sole e la luna illuminava il cielo, Mafalda usciva dalla sua casa con la sua fedele scopa magica per il consueto giro di perlustrazione. Saltava a bordo e si alzava in volo sopra la città, pronta ad affrontare le creature delle tenebre, se queste avessero minacciato la città.

Durante le sue avventure notturne, a volte Mafalda incontrava draghi spaventosi e creature mostruose. Ma grazie alla sua determinazione e al suo coraggio, non si faceva intimorire. Scatenava potenti incantesimi di luce che scacciavano l’oscurità e si divertiva a trasformare i draghi in simpatici gattini. La sua magia era potente e speciale, perché veniva dal suo cuore puro e dal desiderio di proteggere la sua città e i suoi amici.

“Mafalda, grazie per essere sempre al nostro fianco! Sei davvero incredibile,” disse Maria, una delle amiche di Mafalda, mentre la abbracciava affettuosamente. Mafalda rispose con un sorriso raggiante e un “Di nulla! Sono sempre qui per voi!”.

Un giorno, però, una minaccia ancora più grande si abbatté sulla città. Un’ombra oscura si estendeva sopra le case e la gente era impaurita. Mafalda capì che questa volta avrebbe dovuto affrontare un nemico molto potente. Si preparò per la battaglia, indossando lo speciale mantello da guerriero e afferrando la sua scopa magica con determinazione.

Sopra la città, Mafalda si scontrò con il signore delle tenebre. Era un essere imponente con occhi rossi come il fuoco e artigli affilati come lame. Mafalda non si lasciò intimidire. Dalla sua bacchetta, scaturì un raggio di luce che illuminò l’intera città. L’ombra oscura cominciò a indebolirsi, pronunciando parole incomprensibili. Mafalda si concentrò e incanalò tutto il suo potere magico, pronunciando con fermezza l’incantesimo più potente che conosceva.

Con la luce dell’amore e il coraggio ardente, dissipati, ombra oscura, e vattene dalla nostra terra!” esclamò Mafalda con voce ferma.

I poteri di Mafalda crearono  un vortice di energia che circondò il signore delle tenebre. L’ombra oscura si contorceva, lottando per resistere, ma alla fine cedette all’intenso potere della giovanissima strega. L’oscurità si dissolse, e un’aura di pura luce riempì l’intero spazio, ripulendo  la città dal terrore delle tenebre.

Quando tutto tornò alla normalità, la città era risplendente e le persone festeggiavano la vittoria di Mafalda. Le strade erano illuminate da luci colorate, mentre i bambini  ridevano, ballavano e cantavano per ringraziare la giovane strega per averli protetti una volta di più.

Mafalda si trovava al centro della festa, circondata dai suoi amici che la abbracciavano con gratitudine. “Mafalda, sei la nostra eroina! Grazie per averci salvati ancora una volta!” esclamò Luca, uno dei suoi più fedeli amici.

Mafalda sorrideva mentre osservava la gioia e l’entusiasmo della sua comunità. Vedere il loro amore e gratitudine riempiva il suo cuore di gioia e soddisfazione. Ma sapeva che il lavoro di una strega non finiva mai, e che c’erano ancora molte avventure e sfide che l’attendevano.

E Mafalda cresceva, anno dopo anno, continuando ad addestrarsi e a perfezionare le sue abilità magiche. Si allenava duramente per essere sempre pronta a difendere la sua città e i suoi amici da qualsiasi minaccia potesse presentarsi. Era determinata a diventare una strega ancora più potente e capace, perché sapeva che la sua comunità aveva bisogno di lei.

Mafalda non dimenticava però le parole della sua mamma: “Hai un dono davvero speciale, piccola mia, usalo sempre per il bene e mai per fare del male.”

Con il passare del tempo, Mafalda divenne una figura ammirata e rispettata nella città. I suoi poteri crescevano insieme alla sua saggezza e la sua gentilezza continuava a irradiare positività ovunque andasse. Era diventata un esempio per gli altri giovani stregoni e streghe, che si ispiravano alla sua forza interiore e al suo impegno per il bene comune.

Ma nonostante tutto il suo successo, Mafalda mantenne sempre la sua natura umile e il suo amore per la semplicità. Si prese cura dei suoi concittadini con affetto e si dedicò a proteggere la città con tutto il cuore. La sua scopa magica volava veloce nel cielo notturno, e Mafalda continuava a sorridere mentre si avventurava tra le stelle, pronta per ogni nuova avventura che l’attende.

La fama e l’ammirazione non cambiarono Mafalda. Nonostante le richieste di aiuto da ogni angolo della foresta e delle città che si trovavano attorno, rimase fedele ai suoi principi, usando i suoi poteri magici per il bene comune e senza mai chiedere nulla in cambio. La sua umiltà era contagiosa, e le persone intorno a lei imparavano a essere più gentili, compassionevoli e generose.

Mentre l’età avanzava, Mafalda trascorreva il suo tempo libero in compagnia della natura, vagando tra gli alberi della foresta incantata che circondava la città. Era in quel luogo che si sentiva più in sintonia con la magia che permeava ogni cosa. Si sedeva accanto a un ruscello, ascoltando il canto degli uccelli e lasciando che l’energia della natura la rigenerasse.

Un giorno, durante una di queste tranquille passeggiate, una bambina le si avvicinò timidamente. Era una bambina povera, con abiti logori e un’espressione triste sul volto. Mafalda si inginocchiò davanti a lei e le chiese cosa potesse fare per aiutarla.

“Signora Mafalda, mi chiamo Lara, mia madre è malata e non possiamo permetterci le cure mediche”, disse la bambina con voce flebile. “Mi chiedevo se potesse aiutarci con la sua magia.”

Mafalda prese la mano della bambina e le sorrise amorevolmente. “Certo che posso aiutarti,” rispose con gentilezza. “Vieni con me e cercheremo una soluzione insieme.”

La bambina accompagnò Mafalda a casa sua e, quando arrivarono, l’anziana strega,  con il suo potere magico, curò la madre malata. Rimase al loro fianco, offrendo supporto e conforto fino a quando la madre non si riprese completamente. Mafalda insegnò alla bambina l’importanza della gentilezza, dell’amore e della fiducia nei momenti difficili.

“Vorrei anch’io essere come lei”, le disse la bambina abbracciandola.

“Se davvero lo vuoi con tutto il cuore, allora sia così”, disse Mafalda, ponendo la sua mano sul capo della bimba, mentre una luce dai mille colori avvolgeva la piccola. “Ma ricorda” – aggiunse Mafalda – “questo dono lo dovrai sempre usare per il bene. Sarai tu la mia erede”.

“Oggi passo il testimone a te, piccola Lara. Confermo la mia fiducia in te e nella tua capacità di guidare e proteggere questa città. Ricorda sempre che la magia è un dono da usare per il bene degli altri. Sii gentile, compassionevole e coraggiosa.”

Nelle settimane e nei mesi successivi, Mafalda si ritirò in una piccola casetta ai margini della foresta incantata. Lì, trascorse il tempo in tranquillità, dedicandosi a pratiche magiche più intime e alla riflessione. Spesso si avventurava nella foresta per meditare e trovare ispirazione tra gli alberi e le creature magiche che la popolavano.

Mafalda trascorse gli anni restanti della sua vita in serenità, circondata dall’amore e dalla gratitudine dei suoi concittadini. La sua gentilezza e il suo coraggio sarebbero rimasti nell’anima della città, un leggendario racconto che si tramandava di generazione in generazione.

Quando giunse il momento della sua dipartita, la città e la foresta si riunirono per onorare Mafalda con una cerimonia solenne. Le candele vennero accese, e le stelle sembravano brillare con una luce particolare. Tutti gli abitanti più anziani  della città si riunirono per ricordare la grande amica  che aveva segnato la loro vita.

Le ultime parole di Mafalda risuonarono nella mente di tutti: “Lasciate che la gentilezza e l’amore guidino le vostre azioni, e il potere della magia sarà sempre al vostro fianco”.

E così, Mafalda lasciò questo mondo, ma il suo spirito e il suo insegnamento rimasero per sempre incisi nei cuori di coloro che avevano avuto la fortuna di conoscerla. La città e la foresta incantata, unite dalla sua presenza e dalla sua eredità, continuarono a prosperare nel nome della gentilezza, dell’amore e della magia.

Si, Mafalda era una persona davvero speciale, ve lo posso assicurare. Come faccio a saperlo ? Beh, tanti anni fa ero io quella bambina a cui Mafalda ha donato la sua magia. Ed oggi è arrivato il momento in cui sarò io a donarla ad uno di voi, ma questa è un’altra storia…

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