Intelligenza Artificiale in Campo Didattico

L’Impiego dell’Intelligenza Artificiale in Campo Didattico

L’intelligenza artificiale (IA) ha acquisito una grande notorietà negli ultimi tempi, spesso catalizzata da piattaforme come ChatGPT. Ma mentre alcune persone ne esaltano le caratteristiche (reali o immaginarie)  attribuendole capacità quasi magiche, altre ne temono le potenziali ripercussioni. L’IA ha sia potenzialità che limiti, e per capire veramente cosa può fare, è fondamentale approfondire il suo funzionamento.

Decifrare la Verità sull’IA

Per formarsi un’opinione ponderata sull’IA, è fondamentale comprendere sia le sue potenzialità  che le sue limitazioni intrinseche. Un equivoco comune è paragonare l’intelligenza artificiale all’intelligenza umana: sono due concetti profondamente differenti.

Mentre l’IA ha una vasta gamma di applicazioni – dalla generazione di testi all’elaborazione di immagini – è essenziale riconoscere che è, e rimane,  uno strumento. Non può garantire ricchezze immediate come taluni potrebbero suggerire, e non è infallibile. Al contrario, l’IA si affida al continuo apprendimento e alla correzione degli errori.

I modelli generativi di testo:

Immagina di avere un amico straniero: ogni volta che sente delle parole, memorizza con quale frequenza queste parole appaiono insieme e in quale ordine. Dopo aver ascoltato milioni di frasi, questo amico diventa bravo a prevedere quale parola potrebbe seguire, basandosi su probabilità e statistica, anche se in realtà non comprende ciò che ascolta.

In modo simile, un modello generativo di testo non “capisce” il testo come farebbe un essere umano. Dopo essere stato esposto a enormi quantità di testo, utilizza calcoli matematici per determinare la probabilità che una parola segua un’altra. Quando gli chiedi di scrivere qualcosa, “sceglie” le parole basandosi su queste probabilità.

Mentre può sembrare che il modello “sappia” di cosa sta parlando, in realtà si basa su complessi calcoli statistici. Non ha emozioni, coscienza o vera comprensione: tutto si basa sui numeri.

Intelligenza artificiale:

Il termine “intelligenza artificiale” descrive algoritmi e meccanismi matematici progettati per specifici compiti. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’IA non possiede coscienza, emozioni o intuizioni come gli esseri umani. La sua capacità di “apprendere” si basa sull’analisi di enormi quantità di dati, e non sulla “comprensione” nel senso umano del termine.

Fu inizialmente utilizzato nel campo dell’informatica per indicare algoritmi complessi che, attraverso varie tecniche, simulano in parte il comportamento del cervello umano. Gli algoritmi iniziali erano basati su logiche del tipo “se mi chiedi questo, ti rispondo così”. Questo approccio, tipico di ciò che viene definito “sistema esperto”, presenta una struttura rigida, poiché deve prevedere in anticipo tutte le possibili domande dell’utente.

Col tempo, l’attenzione si è spostata verso un approccio differente, mirato a creare un sistema che simuli la rete di neuroni del cervello umano. Ma attenzione: ho detto “simuli” perché ci sono enormi differenze tra la rete di neuroni naturali e le reti neurali artificiali.

Cosa sono le “reti neurali”?

Immagina un enorme gioco di domino. Ogni pezzo può inclinarsi e cadere in base a come i pezzi vicini si muovono. Organizzando questi pezzi in un certo modo, puoi creare un effetto a catena che produce un risultato specifico.

Le reti neurali artificiali funzionano in modo analogo, ma al posto dei pezzi di domino, ci sono “neuroni artificiali”. Questi neuroni sono piccoli calcolatori  – ovvero piccoli programma informatici che eseguono calcoli – che ricevono informazioni, le elaborano e poi trasmettono i risultati ai neuroni successivi. Collegando insieme molti di questi neuroni e regolandone le connessioni, è possibile “insegnare” alla rete a riconoscere schemi, come identificare un volto in una foto o tradurre una frase.

Il bello delle reti neurali è che possono “apprendere” dai dati. Se danno una risposta errata, possono correggersi per migliorare nel tempo. Ma è essenziale ricordare che, anche se li chiamiamo “neurali”, questi sistemi non funzionano esattamente come il cervello umano: sono ispirati da alcune delle nostre conoscenze sui neuroni, ma rimangono modelli matematici semplificati.

Intelligenza Artificiale e Intelligenza Umana:

Quando parliamo di “intelligenza artificiale”, è fondamentale comprendere che si tratta di un termine che descrive algoritmi e meccanismi matematici progettati per eseguire specifici compiti. Nonostante possano compiere operazioni complesse e dare l’illusione di “pensare”, non possiedono coscienza, emozioni, desideri o intuizioni come gli esseri umani.

L’intelligenza artificiale si basa su dati, statistiche e calcoli. Può “imparare” nel senso di adattarsi e ottimizzare le proprie operazioni attraverso l’analisi dei dati, ma non ha la capacità di “sentire”, “riflettere” o “sognare”.

L’intelligenza umana, al contrario, è profondamente radicata nella nostra biologia, nella nostra storia e nelle nostre esperienze di vita. È un amalgama di razionalità, emozione, coscienza e creatività.

Quindi, mentre l’intelligenza artificiale può essere uno strumento potente e utile, quando utilizzata correttamente ed eticamente, non dovrebbe mai essere confusa o paragonata all’unicità e alla profondità dell’intelligenza umana, alla quale spetta proprio il compito di saper gestire questi strumenti.

Il Ruolo dell’IA nella Didattica

L’IA può avere un potenziale incredibile in ambito didattico, ovviamente se utilizzata in modo cosciente ed etico. Può personalizzare l’apprendimento, automatizzare compiti, fornire assistenza 24/7 e monitorare il progresso degli studenti. Tuttavia, come ogni strumento, presenta sia vantaggi che svantaggi. La dipendenza eccessiva dall’IA può ridurre il pensiero critico, sollevare preoccupazioni sulla privacy e ridurre l’interazione umana. E, fondamentale, il contenuto generato dall’IA deve sempre essere valutato da un esperto umano. Non ci si “affida” acriticamente alle applicazioni di Intelligenza Artificiale.

Conclusione

Mentre l’intelligenza artificiale offre possibilità rivoluzionarie in ambito didattico, deve essere utilizzata con prudenza. Gli educatori devono essere al centro del processo educativo, assicurandosi che la tecnologia sia al servizio degli studenti, e non il contrario. La vera forza sta nell’equilibrio tra le capacità elaborative dell’IA e l’unicità dell’intelligenza umana.

  • Ecco alcuni esempi concreti di applicazioni didattiche dell’IA presenti in questo sito:
    • Maestro Nuovoletta: Una simulazione di un maestro virtuale specializzato in scienze, creato attraverso modelli generativi di testo.
    • I racconti di Lunella: Una piattaforma che utilizza l’IA per creare racconti fantastici destinati ai bambini della scuola primaria.

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